La sostenibilità parte dalla persona

Daniela Berardi, CSR Consultant

3/27/20251 min read

Negli ultimi anni la sostenibilità è giustamente diventata centrale per le aziende, spesso declinata nei criteri ESG (Environmental, Social, Governance), fondamentali per guidare le imprese verso una maggiore responsabilità ambientale e sociale.

Tuttavia, un aspetto cruciale merita più attenzione: il ruolo della persona.

Sempre più esperti e professionisti sottolineano l’importanza di un approccio che vada oltre i parametri tradizionali della sostenibilità, mettendo al centro il benessere delle persone. La salute, il benessere e la qualità della vita sono elementi essenziali di uno sviluppo realmente sostenibile. Non si tratta solo di numeri e rendicontazione, ma di trovare un equilibrio tra crescita economica, tutela ambientale e benessere collettivo.

Per le aziende, investire nella sostenibilità significa anche promuovere la salute e il benessere dei propri collaboratori. Il welfare aziendale, la prevenzione sanitaria e la creazione di ambienti di lavoro inclusivi e sicuri sono leve strategiche per migliorare la qualità della vita e aumentare la produttività.

Questa visione richiede un cambio di prospettiva: rispettare parametri ambientali o di governance non è sufficiente. Serve un approccio più ampio, che consideri la dimensione umana come fattore chiave per il successo aziendale e la sostenibilità. Non si può parlare di impatto sociale senza considerare i bisogni emotivi, valoriali e relazionali di collaboratori, clienti e fornitori. Per questo, la sostenibilità aziendale deve partire dalle persone e dal loro benessere.

Sostenibilità significa anche ripensare il modo in cui viviamo e lavoriamo, valorizzando il capitale umano tanto quanto quello naturale. Solo così possiamo costruire un futuro sostenibile, non solo per l’ambiente, ma per le persone che lo abitano.

Misurare e rendicontare la sostenibilità è fondamentale, ma non basta. Un elemento imprescindibile è il fattore umano, che abilita ogni strategia sostenibile. Non si tratta solo di etica, ma di un principio essenziale per il benessere organizzativo: il lavoro è parte della vita, non qualcosa che viene dopo.



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